Detta anche Fortezza di Sansepolcro
Da Sangallo a Sansepolcro.
Percorrendo, verso sud, via Niccolò Aggiunti, proprio sulla parte finale incontreremo la fortezza medicea di Giuliano Giamberti da Sangallo (1445-1516), degli inizi del 1500. La prima fortezza, nacque per volere dei Malatesta, tra il XIV ed il XV secolo, su di una precedente struttura fortificata.
Di forma quadrilatera irregolare, la fortezza, è un eccellente esempio di architettura militare “ alla moderna” cioè presenta soluzioni architettoniche sia nuove che di riadattamento, derivate dall’esigenza dell’architettura militare di adeguarsi alle nuove e più potenti armi da fuoco, usate sia per la difesa che per l’attacco.
Guardando la fortezza dal lato di via dei Molini è ancora visibile la cucitura tra il precedente muro quattrocentesco, per la difesa così detta “piombante” e quello successivo cinquecentesco con una muratura prevalentemente fatta di pietra e laterizi.
Il preesistente cassero centrale fu mozzato per renderlo meno esposto ai colpi dell’artiglieria.
Un profondo fossato, poteva essere allagato all’occorrenza, sfruttando l’acqua che alimentava i mulini, (da qui anche il nome della vicina strada).
Il perimetro presenta agli angoli quattro puntoni di diversa dimensione: quello di San Casciano a nord-est, quello di San Leo a nord-ovest, quello di Santa Maria a sud-ovest, quello di Belvedere a sud-est.
Il bastione di Santa Maria, rivolto verso la città, è il più piccolo dei quattro, ma sicuramente il più singolare e importante, visto che non fu molto rimaneggiato e si presenta nella struttura conferitagli dal Sangallo a forma di cuore; sono ben visibili le bocche di volata dei cannoni poste nell’orecchione del puntone, invenzione di Giuliano per renderle più nascoste e permettere la difesa radente.
Il bastione di San Leo invece fu sottoposto ad importanti ed accurati studi che hanno messo in luce come il Sangallo lo aveva progettato in maniera cilindrica, rifacendosi ad altre strutture costruite in Toscana e che fu, in seguito, per così dire “incamiciato” dall’architetto locale Alberto Alberti, che si occupò del miglioramento della fortezza nel 1561.
Il bastione di San Casciano, rimaneggiato anch’esso, presenta comunque ancora la forma di cuore sangallesca.
Il bastione di Belvedere è il più grande dei quattro, costruito interamente in mattoni e probabilmente di epoca successiva; fu molto potenziato rispetto gli altri, perché esposto direttamente agli attacchi dalla pianura ed anche in questo caso l’originale del Sangallo venne inglobato dalla struttura più moderna.
All’interno la fortezza presenta un cortile medievale molto suggestivo a coronamento della struttura duecentesca a ridosso del puntone di San Casciano.
Alla metà del Cinquecento, inoltre, l’Alberti apportò ulteriori modifiche importanti al lavoro compiuto dal Sangallo, in particolare con la costruzione del rivellino, struttura difensiva poligonale posta nei pressi del puntone di San Casciano, perimetrato con muri di contenimento molto alti in prossimità del fosso che formava, dunque, un terrapieno in discesa verso l’esterno, ancora oggi in parte visibile.
Dal Settecento in poi le esigenze difensive saranno sempre minori e la struttura fu venduta e trasformata nell’800 in fattoria agricola, ed è oggi di proprietà privata.
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